Ventesimo secolo, proprio verso la metà. Ultimi anni della più grande follia dell’umanità, la Seconda Guerra Mondiale, e primi anni di una
faticosa ricostruzione, di quel lento recuperare l’identità. Di libri ne sono stati scritti tanti, troppi, infinitamente più di quanti ne potremmo
leggere. Le sue vere ragioni, le vere ragioni delle vere ragioni, il motivo delle vere ragioni… e così all’infinito. Ma c’è qualcosa di cui non
si saprà mai abbastanza: la vita. Esistere in quegli anni, conoscendo quello che si vedeva come l’unica possibilità esistente, come una strana
normalità che oggi ci lascerebbe sgomenti. Non è preistoria, non è medioevo; è l’altro ieri. Qualcuno può ancora raccontare cose che ha visto
con i propri occhi. La storia di questa famiglia si confonde con quegli anni, intrecciandosi con gli eventi, grandi e piccoli, che hanno segnato
un’epoca. Allora ci si può accorgere, leggendo queste pagine, che la dimensione umana di un periodo storico tanto importante è perlopiù sconosciuta. È semplice parlare di grandi eventi, ma il singolo amore per Maria, il ricordo di quel bacio e la scoperta che sarebbe stato l’unico, il sapore diverso del cibo, la sensazione di sapere che oggi ce l’abbiamo fatta e domani penseremo a domani… tutto questo è, e sempre sarà, una
scoperta.